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LA VENERABILE TERESA TAMBELLI: PELLEGRINA DI SPERANZA TRA I POVERI

03/08/2025

Il 20 giugno 2025 il Vaticano ha riconosciuto ufficialmente le virtù eroiche di Suor Teresa Tambelli, Figlia della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. Questo decreto, autorizzato da papa Leone XIV e promulgato dalla Congregazione delle Cause dei Santi, le ha conferito il titolo di Venerabile—una tappa significativa nel suo processo di beatificazione.

Sulla base di questo riconoscimento, ci addentriamo nella vita di una donna consacrata e instancabile, la cui esistenza è stata segnata da generoso impegno e dal potere della carità, vissuti con amore, speranza, fede e gioia.

CHI E’ SUOR TAMBELLI?

Olga  Tambelli nasce a  Revere, in provincia  di Mantova, in Lombardia,  il 17 gennaio 1884, sesta di sette figli;  la sua è una famiglia colta e agiata. Il  papà, pur essendo avvocato, anziché esercitare la sua professione, segue Garibaldi nella famosa Spedizione dei Mille. A  13 anni rimane orfana di entrambi i genitori. Compie i suoi studi a Parma presso le Figlie della Croce; incontra e conosce  le Figlie della Carità durante le sue vacanze, ad Ostiglia, presso la sorella maggiore. È conquistata dal loro portamento semplice e cordiale. Dopo il diploma, entra tra le Figlie della Carità e da quel momento la sua vita è tutta una missione di bruciante Carità.

Chiede  le Missioni estere invece è inviata in Sardegna, altra terra di Missione del tempo;  qui resta ben 57 anni.  Nella sua nuova realtà comunitaria e di servizio è amabile, umile, disponibile e caritatevole verso tutte le consorelle e conquista i cuori di tutti.

VITA E MISSIONE

A partire dal 1914, anno in cui suor Nicoli fa il suo ingresso all’Asilo della Marina, l’audacia della missione  da cui le due consorelle sono animate, produce una rivoluzione della Carità dentro e fuori il Quartiere Marina. Nel 1925 suor Tambelli, succede a Sr Nicoli come nuova suor servente della Casa, ne prosegue l’opera, adegua le scuole dell’Asilo della Marina alle nuove norme, apre i laboratori femminili di ricamo, rammendo e cucito. Nel 1941, apre la Scuola Media parificata e le Magistrali legalmente riconosciute.

Ma ad avere un posto tutto speciale nel suo cuore sono i Marianelli, la seconda generazione dei celebri is piccioccus dei crobi di suor Nicoli. Ogni domenica mattina, mentre la città dorme ancora, in compagnia di un’altra Suora, si aggira per le viuzze mal schierate del quartiere per battere le mani davanti alle porte più o meno sconnesse  di ogni tugurio e casupola e chiama a raccolta i piccoli ancora assonnati che volentieri la seguono per andare con lei alla Messa delle sei in Parrocchia. Dopo la Messa porta tutti a colazione, con pane e mortadella, all’Asilo della Marina. Fa loro catechismo, il suo metodo così vivo, chiaro e comunicativo arriva sempre a conquistare i suoi piccoli amici.

Nel secondo dopo guerra, si spinge fino alle estreme periferie di Cagliari, insieme con le Suore più giovani, Damine e Figlie di Maria, a piedi, con sacchi di provviste  sulle spalle. Ha immensa fiducia nella Divina Provvidenza. Due volte l’anno, a Natale e per la festa di san Vincenzo, organizza il pranzo per 1500  poveri.  Tra il 1940/ ‘43 apre la Casa  agli sfollati e, dopo il 1943, tutta la Comunità sfolla a Uras, un paesino dell’entroterra sardo; qui  allestisce una cucina popolare per i poveri.

CALUNNIA E PERSECUZIONE

Avvia  la Scuola Media e il catechismo a quanti si preparano per Prima Comunione.  Con  altre Suore insegnanti, fa scuola  in  alcune classi delle elementari per tutto un Anno scolastico. Quando  cade vittima di angherie da parte del Presidente dell’amministrazione, lo stesso che aveva calunniato Suor Nicoli, vive la prova con eroica virtù cristiana. Cacciata  dalla città il 1 gennaio 1934, vive per nove mesi tra Olbia, Torino e Milano facendo da tappabuchi alle Consorelle. A Milano serve i poveri assieme al beato Card. Schuster e, ovunque, serve i poveri con volto ilare e perfetta serenità di spirito.

A Cagliari molte personalità vogliono farla rientrare, ma il prefetto, avendo dato parola al presidente, rimane fermo nella sua decisione. Per i superiori, benché lontana, Suor Teresa resta la Suor Servente delle Suore della Marina; sono proprio loro che  assieme alle Figlie Di Maria, le Damine e a moltissime mamme ed alunne, fanno un Triduo a Nostra Signora di Bonaria per chiedere la grazia di riaverla in Casa. Il 27 settembre, Festa di San Vincenzo de Paoli, Suor Teresa rientra in città per la gioia di tutti.

IL SUO ULTIMO VIAGGIO

Il 23 febbraio 1964, subito dopo la Messa, il suo cuore cessa di battere improvvisamente, sfinita dalla stanchezza ma con le “armi” alla mano. La preghiera che Sr Teresa ha sempre insegnato e Marianelli:

 “Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l’anima mia; Gesù, Giuseppe, Maria che il mio ultimo cibo sia la santa Eucaristia“ è esaudita.

Di lei è stato detto che nessuno saprà mai in quale maniera riuscisse ad aiutare tutti. Resta una testimonianza autentica della Carità di Cristo vivente nella Sua Chiesa.  

Suor Rita Columbano FDC

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