I sei paesi della Provincia del Medio Oriente sono radicati nella Bibbia: «Ciro, re di Persia [attuale IRAN], è incaricato di costruire una casa per il Signore a Gerusalemme». «Ancora un po’ di tempo e [il LIBANO] diventerà un giardino… liberato dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno… ». È nato a Betlemme [PALESTINA]. È cresciuto a Nazareth [Israele]. Fugge con i suoi genitori in [EGITTO] e converte Paolo sulla via di Damasco [SIRIA].
Le missioni delle nostre 28 comunità sono diverse: Educative (in Egitto, Siria e Libano); Sanitarie: Ospedali e Centri medico-sociali (Egitto, Libano, Israele, Palestina e Siria); Case di cura per anziani (Iran, Libano, Israele); Case per bambini con bisogni speciali (Israele, Libano). A questo bisogna aggiungere in quasi tutti i 6 paesi: i Movimenti Giovanili (specialmente la JMV) e soprattutto le visite a domicilio, l’aiuto alle persone prive di beni di prima necessità e la promozione della donna.
Centro medico-sociale di KOBAYAT
Nel centro medico-sociale dell’Ordine di Malta a Kobayat, nel nord del Libano, una regione trascurata dalle autorità civili… un programma ci permette di offrire farmaci che attualmente non sono disponibili nelle farmacie, soprattutto per malattie incurabili. Mi colpisce la pazienza e la solida fede delle persone che vengono al nostro centro e non smettono mai di ringraziare Dio nonostante la povertà e anche la miseria per alcuni. Vedere un uomo che piange con dignità perché non può più soddisfare i bisogni più elementari della sua famiglia, quando aveva un buon stipendio e stava bene finanziariamente, mi spezza il cuore! Quando sento le persone che servo dirmi: “Tu rifletti, sorella mia, il volto di Dio”, onestamente non mi riconosco in quello che dicono ev sento una chiamata del Signore ad amarLo di più, a vivere sempre di più il carisma dei nostri fondatori e a portare tutte queste persone nella mia preghiera. Che il Signore abbia pietà del nostro paese, il Libano, e ci aiuti a vivere le virtù cristiane della solidarietà, del perdono e della misericordia!
Ospedale del Sacro Cuore – BEIRUT
Oggi, 15 agosto 2021, festa dell’Assunzione di Maria: il pensiero di essere con Maria alla fine dei tempi ci dà coraggio in questo momento, quando a volte sembriamo un po’ smarriti di fronte alle “catastrofi” che si susseguono in Libano! La sera dell’esplosione al porto di Beirut, il 4 agosto 2020, abbiamo ricevuto circa 200 persone al Pronto Soccorso quasi nello stesso momento: ferite da suturare, fratture da operare, traumi cranici a cui fare attenzione. Una “folla” di persone sedute o distese, a volte sul pavimento, che aspettavano pazientemente il loro turno, senza chiedere nulla, senza lamentarsi, forse non sapendo che non avevano più una casa, o,in qualche caso, avendo perso un membro della loro famiglia. Le sorelle della nostra comunità, nei nostri vari incontri, hanno condiviso ciò che ci ha sfidato ieri sera al pronto soccorso, o in ospedale: abbiamo visto il volto di Cristo:
* In quello di Suor Sophie, la nostra compagna, il viso sfigurato ma ancora cosciente. Molto colpita ma cosciente, soccombe alle sue ferite più tardi nella notte;
* in quello di una giovane donna, che ha perso il marito nell’esplosione. Continuava a dire: “È colpa mia, è colpa mia…” Perché gli aveva chiesto di accompagnarla ad un appuntamento in un ospedale vicino al porto; suo marito è stato ucciso accanto a lei. Arrivando al nostro ospedale con diverse ferite profonde, continuava a piangere per suo marito e non si preoccupava di se stessa quando il chirurgo le suturava le ferite;
* nei volti di alcuni pazienti che, uscendo dopo aver ricevuto le cure necessarie, hanno espresso la loro gratitudine al personale infermieristico, nonostante lo stato di shock e la loro sofferenza… Un’esperienza che non dimenticheremo mai. Allo stesso modo, questi gesti di solidarietà manifestati intorno a noi sono indimenticabili. Siamo stati interpellati da questa dedizione e collaborazione spontanea, in cui ognuno si è impegnato al massimo:
* sono arrivati tre medici, anche loro feriti. Si sono lavati e cambiati, uno è stato suturato e poi si sono presi cura degli altri feriti;
* tre nuovi tirocinanti che erano entrati nell’ospedale solo il giorno prima hanno suturato decine di pazienti. Sono stati aiutati dal personale di servizio diurno che è rimasto fino al giorno dopo ad aiutare il personale di servizio notturno.
* le nostre sorelle infermiere, circolavano per offrire acqua a coloro che la chiedevano; tutto il personale della lavanderia, della manutenzione, dei ricoveri, del laboratorio e della diagnostica era presente per soddisfare le esigenze dei pazienti e del personale.. Alcuni soldati dell’esercito libanese ci aiutavano a mantenere l’ordine intorno alle emergenze. Poi, la sera e nei giorni seguenti, sono arrivati messaggi di solidarietà da tutto il mondo, assicurandoci le loro preghiere. Abbiamo avuto un’esperienza dolorosa e dura, ma non eravamo sole.