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San Pier Giorgio Frassati

Pier Giorgio Frassati entrò a far parte della Società di San Vincenzo de Paoli all’età di diciassette anni. Morì all’età di 24 anni a causa di una poliomielite fulminante contratta mentre serviva i poveri.

1901, 6 AprileNasce a Torino
1918Membro delle Conferenze di San Vincenzo de Paoli
1922Rinuncia al sacerdozio
1925Ingegnere minerario
1925, 29 giugnoContrae la poliomielite
1925, 4 luglioMuore paralizzato
1990, 20 maggioBeatificato da Papa Giovanni Paolo II come «l’uomo delle beatitudini»
2025, 7 SettembreCanonizzato da Papa Leone XIV
4 luglioGiorno della sua festa

Nato a Torino il 6 aprile 1901 da una famiglia borghese, fu educato in modo abbastanza severo dai suoi genitori Alfredo Frassati e Adelaide Ametis. Fin dalla più tenera età, Pier Giorgio si mostrò molto buono verso i poveri e sviluppò un’ottima relazione con Dio. Diceva: «Gesù mi visita ogni giorno con la Santa Comunione, e io modestamente lo ricambio visitando i poveri». Nel 1920 suo padre fu nominato ambasciatore d’Italia a Berlino. Pier Giorgio espresse il desiderio di diventare sacerdote, ma sua madre, che aveva per lui altre ambizioni, rifiutò. Pier Giorgio, dunque, visse la fede nell’indifferenza generale della sua famiglia. Entrò al Politecnico di Torino e scelse la facoltà di ingegneria mineraria per poter sostenere e aiutare gli operai. Si impegnò anche nella Federazione degli Universitari Cattolici Italiani (FUCI).

Nel 1918, entrò a far parte delle Conferenze di San Vincenzo de Paoli, fondate da Federico Ozanam. Dopo una discussione con Karl Rahner rinunciò al sacerdozio: «Desidero poter aiutare, con tutti i mezzi possibili, le persone del mio Paese, e potrò realizzare meglio questo ideale conservando lo stato laicale piuttosto che diventando sacerdote perché da noi i sacerdoti non vivono a contatto con le persone come in Germania. Un ingegnere minerario, dando il buon esempio, può essere più efficace». Pier Giorgio creò la «Compagnia dei tipi loschi», un gruppo di giovani amici appartenenti all’alta borghesia. Fece con loro delle escursioni verso le alte vette delle Alpi e della vita spirituale. Pier Giorgio strutturò il pensiero del gruppo: «A noi, non è permesso vivacchiare; dobbiamo vivere». Trascinò i suoi amici a vivere la fede con gioia e, a uno di loro affermò che «La carità da sola può costituire lo scopo di tutta una vita, riempire un programma. La carità è il fine a cui desidero tendere, con la grazia di Dio». Cercò di lottare contro i suoi difetti: «Lotto per rimuovere il mio passato e ciò che esso racchiude di discutibile, per elevarmi ad una vita migliore». Nel 1925, a ventiquattro anni, abbandonò tutte le attività eccetto le Conferenze di San Vincenzo de Paoli alle quali continuò a partecipare.

Il 29 giugnoì1925, contrasse la poliomielite durante una delle sue visite ai bisognosi. Mentre la nonna era in agonia, Piergiorgio, molto affaticato, non sapeva ancora di aver contratto una malattia che lo avrebbe ucciso in pochi giorni. Non si lamentava. Il 3 luglio arriva la diagnosi: poliomielite ad uno stadio avanzato. Il venerdì, giorno che dedicava alle sue visite ai poveri, Pier Giorgio domanda alla sorella di trasmettere un biglietto che aveva scritto con grande pena: chiedeva che lo sostituissero presso i poveri che doveva andare a visitare. Il 4 luglio 1925 morì, paralizzato dalla poliomielite. La famiglia si rese conto della portata della sua azione caritativa solo dopo la sua morte; anche i suoi amici, fuori della cerchia della San Vincenzo, non erano a conoscenza dell’intensa attività che svolgeva presso i poveri. Al suo funerale, migliaia di poveri di Torino erano presenti durante il tragitto fino alla Chiesa.

Nel 1983 durante la Giornata Mondiale della Gioventù, il Papa Giovanni Paolo II indicò Pier Giorgio Frassati come modello di santità per i giovani. Il 20 maggio 1990 Pier Giorgio è beatificato da Papa Giovanni Paolo II, che lo definisce come l’uomo delle beatitudini.

Il 7 settembre 2025, durante la Santa Messa in Piazza San Pietro a Roma, Papa Leone XIV ha canonizzato Pier Giorgio Frassati.

Durante l’omelia, il Papa ha detto: «Pier Giorgio ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali. Gli ha reso testimonianza attraverso la gioia di vivere e la fede cristiana, attraverso la preghiera, l’amicizia e l’amore. Quando i suoi amici lo vedevano camminare per le strade di Torino con dei carretti pieni di aiuti per i poveri, lo chiamavano ‘Frassati – Compagnia Trasporti’! Ancora oggi la vita di Pier Giorgio è una luce per la spiritualità laica. Per lui la fede non era una devozione privata: ispirato dalla forza del Vangelo e dalla sua appartenenza ad associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella vita sociale, ha contribuito alla vita politica e si è dedicato con zelo al servizio dei poveri».

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