«Ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,35)
Nel gennaio 2021 due famiglie hanno perso le loro case, tutti i loro beni e i documenti in un incendio causato da un corto circuito elettrico. A causa della difficoltà di accesso al luogo, i vigili del fuoco non hanno avuto il tempo per spegnere l’incendio. Le famiglie vivono in estrema povertà in una regione alla periferia di Curitiba. Non ci sono servizi igienici di base, non c’è una rete elettrica adeguata e non c’è acqua potabile. Il villaggio non ha politiche o servizi sociali per segnalare le necessità alla Rete di Assistenza e garantire i diritti fondamentali dei cittadini.
Le Figlie della Carità della Provincia di Curitiba, attente alla situazione, si sono mobilitate per sostenere queste famiglie, collaborando con il Parroco della Chiesa di San Vincenzo de Paoli (Congregazione della Missione) di Curitiba, l’Azione Sociale della Parrocchia di Nostra Signora della Misericordia (Frati Cappuccini), la Gioventù Mariana Vincenziana e la Società di San Vincenzo de Paoli. Insieme, hanno condotto campagne di solidarietà per raccogliere fondi per la ricostruzione delle case. Il progetto è stato preceduto da visite alle famiglie per avere una conoscenza di prima mano della realtà e confermare la necessità di aiuti urgenti. Erano molto vulnerabili ed esposti alle intemperie, non avendo un posto in cui vivere; hanno dovuto chiedere un riparo ai loro vicini che vivono anch’essi in povertà.
Case prefabbricate in legno sono state costruite e consegnate alle famiglie dai rappresentanti dei membri dei rami della Famiglia Vincenziana coinvolti nel progetto. Nel benedire le case e le famiglie, lodiamo Dio per la generosità di tutti coloro che hanno aiutato ad alleviare le loro sofferenze. Ci siamo rallegrati e abbiamo lodato Dio nel vedere la gioia e la gratitudine sui volti dei beneficiari. Un residente riconoscente ha espresso la sua gioia dicendo: «Grazie, Sorelle, grazie! Siete molto buone! Mi avete fatto una bella casa e sono felice; Dio vi benedica! Non posso ringraziarvi abbastanza! Siete persone meravigliose! Che Dio ricompensi voi e tutti coloro che ci hanno aiutato. Grazie mille!»
Prima ancora di finire il progetto di costruzione delle due case, siamo state sorprese dalla notizia che, la vigilia di Natale 2020, 311 famiglie tra cui 150 bambini che vivono nel cantiere Ocupação Guaporé, nella Città Industriale di Curitiba (CIC), hanno ricevuto un ordine giudiziario di sfratto a seguito di una causa di pignoramento; stavano occupando una proprietà privata. Si tratta di famiglie che vivono di sussidi di disoccupazione e vedono violato il loro diritto umano all’alloggio. Per mancanza di una politica di alloggi pubblici nel comune, non avevano altra alternativa che occupare terreni inattivi o addirittura, in molti casi, aree di protezione ambientale sulle rive dei fiumi. Purtroppo, questa è la realtà delle metropoli e dei grandi centri urbani e queste persone corrono il rischio di essere sfrattate in qualsiasi momento, spesso con violenza e senza preavviso.
Nel caso di Ocupação Guaporé, molte persone non erano nelle loro case (baracche) al momento dell’accaduto; non hanno avuto il tempo di rimuovere mobili, vestiti, documenti, utensili, ecc. che sono stati devastati dall’incendio, appiccato da gente senza cuore. La disperazione di non avere un posto dove andare si trasforma in rivolta e violenza.
La situazione climatica di Curitiba non ha aiutato in alcun modo: pioggia e freddo; lo sfratto coatto porta sofferenza e privazione e la minaccia del coronavirus (COVID-19) pende sulle loro teste. Poiché i membri delle famiglie sono ammassati in una baracca o in case di tela, una delle principali preoccupazioni è il rischio di infezione da COVID. Tramite visite e linee guida sull’igiene di base, le famiglie sono state istruite su come mantenere il distanziamento sociale e hanno appreso le misure di prevenzione per la salute.
Insieme al cibo, agli articoli per l’igiene e all’orientamento, le Figlie della Carità hanno rivolto la loro attenzione al cantiere Ocupação Guaporé dove 14 famiglie haitiane, al di là della barriera linguistica, soffrono per la disoccupazione e vivono in estrema povertà, non avendo parenti o conoscenti che li aiutino. Queste famiglie hanno ricevuto dei kit di legno per costruirsi delle case al fine di soddisfare le condizioni minime di dignità garantendo un riparo e per contenere il rischio di contrarre la COVID-19. Le visite continuano ad essere effettuate dalle Suore che lavorano nel Programma di Assistenza Sociale, con l’obiettivo di incoraggiare queste famiglie ad attivarsi e a rivendicare i loro diritti umani.