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Beati Luigi Giuseppe François, C.M., e i compagni martiri

La Chiesa e la Congregazione onorano insieme i martiri della Rivoluzione Francese. A Parigi, il 3 settembre 1792, ci fu un massacro nel seminario di San Firmino, prima denominato Collegio “des Bons Enfants”, che era stato acquistato da San Vincenzo de Paoli nel 1624. Questo seminario, trasformato in prigione nel 1789, divenne il quarto luogo di esecuzione capitale a Parigi. Settantadue vittime subirono il martirio. Tra questi:

LUIGI GIUSEPPE FRANÇOIS

Nato il 3 febbraio 1751 a Busigny, nel Nord, fu ordinato sacerdote nel 1773 ed ammesso nella Congregazione della Missione il 4 ottobre 1776. Fu “missionario” nella formazione dei preti, prima nel seminario di Troyes, poi a Parigi nel seminario di San Firmino dove divenne superiore nel 1788.

Nonostante i tempi fossero difficile, vigilò affinché nel seminario fosse vissuta una vita regolare. Scrisse diversi opuscoli contro la Costituzione civile del clero, tra cui «Apologia». Mentre la persecuzione era già in atto, aprì le porte del seminario di Sa a Parigi a più di novanta sacerdoti e religiosi. Quando la casa venne invasa dagli assalitori, il beato Luigi Giuseppe François venne preso e gettato da una finestra. A terra fu poi picchiato e il suo cadavere, come quello degli altri, fu crudelmente profanato.

Luigi Giuseppe François, l’intellettuale, fu beatificato da Papa Pio XI, il 17 ottobre 1926, con i martiri della Rivoluzione, di cui faceva parte Giovanni Enrico Gruyer, il pastore delle campagne.

GIOVANNI ENRICO GRUYER

Nato a Dôle (Vosges) il 13 giugno 1734, fu ordinato sacerdote per la diocesi di Saint-Claude ed ammesso nella Congregazione della Missione il 23 gennaio del 1771. Le molteplici parrocchie di cui si è occupata la Congregazione in Francia, soprattutto nel XVIII secolo, esigevano pastori esperti. Giovanni Enrico fu quindi destinato al ministero parrocchiale. La Rivoluzione lo sorprese a Versailles, dove era vicario nella parrocchia San Luigi. Espulso dalla parrocchia per aver rifiutato di prestare il giuramento civile, tornò a Parigi dove il seminario di San Firmino gli aprì le porte e dove morì il 3 settembre 1792, condividendo la sofferenza e il martirio con il beato Luigi Giuseppe.

PIER RENATO ROGUE

Nato a Vannes l’11 giugno 1758, fu ordinato prete il 21 settembre 1782. Cappellano dell’opera delle “Dame del Ritiro”, si sentì attratto dalla vocazione e dalla missione dei Preti della Missione, suoi formatori che dirigevano il grande seminario di Vannes. Ammesso nella Congregazione della Missione il 25 ottobre 1786 a Parigi, egli ritornò a Vannes come professore di Dogmatica. Espulso dalla legislazione rivoluzionaria, Pier Renato entrò nella clandestinità per continuare il suo ministero pastorale e aiutare i cattolici perseguitati. Fu arrestato il 24 dicembre 1795 mentre portava la comunione ad un ammalato. Fu portato in prigione lo stesso giorno e vi rimase fino al 3 marzo dell’anno successivo. Fu condannato alla ghigliottina. Alla fine di questo processo iniquo in cui sua madre dovette testimoniare, fu riportato in prigione da dove scrisse la sua ultima lettera alla madre anziana e ai confratelli della sua comunità, dicendo loro che sarebbe morto per la fede e che, in quei momenti si sentiva felice di dare la vita per Cristo. Fu giustiziato il 3 marzo 1796 sotto gli occhi della sua vecchia e santa madre.

Pier Renato Rogue fu beatificato da Pio XI il 10 maggio 1934.

GIOVANNI CARLO CARON

Nacque ad Auchel, nel Pas-de-Calais, il 31 dicembre 1730. Il 30 dicembre 1750 entrò nella Congregazione della Missione dove fece i voti nel 1752.

Per ventinove anni si dedicò al ministero delle missioni e poi divenne parroco di Collègien, nella diocesi di Meaux. Come molti altri, rifiutò di firmare la Costituzione civile del clero durante la Rivoluzione francese, fu quindi espulso dalla sua parrocchia e dovette rifugiarsi a Parigi. La sua morte fu unita a quella dei martiri del crudele massacro del 2 e 3 settembre 1792.

Giovanni Carlo Caron fu beatificato da Pio XI il 17 ottobre 1926.

NICOLA COLIN

Nacque a Grenant, Haute-Marne, il 12 dicembre 1730. Pronunciò i voti nella Congregazione della Missione nel 1749. In seguito fu nominato vicario della parrocchia di San Luigi a Versailles, dove lavorò dal 1754 al 1770.
Fu anche parroco di Genevrières, nella diocesi di Langres. Per ventidue anni esercitò il suo ministero missionario con la reputazione di buon predicatore. La Rivoluzione lo cacciò dal suo presbiterio. Fu sostituito da un sacerdote fedele alla Costituzione civile. Si rifugiò a Parigi dove morì durante il terribile massacro del 3 settembre 1792.

Nicola Colin è conosciuto per aver detto queste parole: «… come ricompensa per la mia fedeltà alla fede, la fame, l’esilio, la prigione e forse anche la morte».
Fu beatificato da Pio XI il 17 ottobre 1926.

(Memoria liturgica 2 settembre)